La percezione che i soldi spesi per la sicurezza di sé, dei propri cari e dei propri beni non siano mai troppi è piuttosto diffusa.
E’ però altrettanto vero che riuscire a risparmiare fa sempre piacere, e per quanto riguarda impianti antifurto, sistemi di sicurezza e videosorveglianza, questo risultato si può ottenere attraverso due strade.
La prima è la ricerca del prezzo più basso, che – oggi più che mai – passa attraverso l’acquisto e il posizionamento “fai da te” delle IP camera, connesse al WiFi di casa e controllabili dallo smartphone.
Anche se la risoluzione spesso è davvero minima, la qualità delle videocamere IP sta via via migliorando; ma si tratta comunque di dispositivi che ci permettono di vedere cosa succede in casa e fare una registrazione, senza riuscire a interrompere un tentativo di intrusione o a limitare i danni che i ladri possono fare una volta entrati nel nostro appartamento.
Soluzioni economiche come queste, poi, spesso si rivelano tali solo in apparenza, perché in molti casi richiedono un setup complicato e laborioso, che se non viene effettuato in maniera corretta finisce per vanificare la funzionalità del sistema di videosorveglianza “artigianale” messo in piedi.
Ecco allora che un modo per risparmiare davvero sull’installazione di sistemi di sicurezza e impianti antifurto è costituito dalle detrazioni fiscali.
In particolare, tra gli interventi che ci danno la possibilità di ottenere il cosiddetto “bonus ristrutturazione edilizia” ci sono proprio tutti quelli relativi agli impianti di allarme.
Il bonus ristrutturazione è stato confermato anche per tutto il 2017 nella misura del 50% e fino al tetto massimo di 96.000 euro di spesa: un’occasione davvero ghiotta per chi vuole mettere mano alla propria casa con l’obiettivo di realizzare delle migliorie – anche perché dal 2018 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con un tetto massimo dimezzato, di 48.000 euro per unità immobiliare.
Se è noto ai più che tra le spese che rientrano nel bonus ristrutturazione ci sono, per esempio, il rifacimento delle finestre, degli impianti e del tetto, meno “famosa” è la presenza nell’elenco degli impianti di allarme, sia per le singole unità abitative che per le parti condominiali.
In particolare, nel primo caso si può detrarre il costo della nuova installazione, della sostituzione, o ancora della “riparazione con innovazioni” dell’impianto esistente; nel secondo, invece, la detrazione spetta solo per le riparazioni effettuate a carico dell’impianto – ma si tratta di un bonus da non sottovalutare comunque.
Per usufruire della detrazione fiscale sugli impianti di allarme è sufficiente pagare l’intervento con dei cosiddetti “bonifici parlanti”, in cui indicare il riferimento normativo “Bonifico per detrazioni previste dall’art. 16-bis del Dpr 917/1986”, il numero della fattura che viene pagata, il codice fiscale del richiedente e quello dell’azienda che effettua i lavori (o in alternativa la sua Partita IVA).
Qui trovate una guida ancora più dettagliata alla compilazione.
Questi bonifici andranno poi allegati alla dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui si sono sostenuti i lavori (quella che si fa con il 730 o con il modello Unico).
A partire dall’anno successivo, l’importo portato in detrazione vi verrà restituito suddiviso in 10 rate di pari importo che saranno erogate, una ogni anno, per i successivi 10 anni, fino al massimo della vostra capienza IRPEF.
Per tutti i chiarimenti del caso potete fare riferimento anche alla guida realizzata dall’Agenzia delle Entrate e disponibile sul suo sito.
Il 50% di rimborso sulla spesa sostenuta per l’installazione di un impianto d’allarme è sicuramente un’occasione di risparmio di cui tenere conto se state pensando di migliorare il livello di sicurezza della vostra casa.
E’ invece sfumata, purtroppo, la possibilità di detrazione al 100% per chi ha installato impianti d’allarme e videosorveglianza all’interno della propria abitazione: le spese dovevano infatti essere state sostenute nel 2016 e la domanda presentata tra il 20 febbraio e il 20 marzo 2017, come spiega Il Sole 24 Ore in questo articolo.
Al momento non è previsto il ritorno di una misura tanto generosa, ma se in futuro le cose dovessero cambiare vi terremo aggiornati: non perdeteci di vista, siamo anche su Facebook, LinkedIn e Google +.